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L’altro volto dell’odio.


È veramente sorprendente vedere come alcuni impegnano tanta energia per perseguitare

qualcun altro con odio.


Perché investono tanto tempo e tanta forza per voler distruggere a tutti i costi qualcuno?


Che cosa tutelano con questo? Dove risiede la causa di cotanta smisuratezza?


E dov’è la soluzione, per passare dall'odio all'amore? Come possiamo “guardare” l’odio

senza giudizio, senza entrare anche noi in quella dinamica inesorabile?


L'odio è un sentimento infantile!


Talvolta l’odio si manifesta in atti di vendetta cieca e viene condotto in maniera eccessiva,

come una lotta per una giusta causa, ad esempio, a nome della famiglia. del gruppo o del

popolo a cui si appartiene.


Pur di “appartenere” si odia al posto di qualcun altro!


E si arriva al punto di essere disposti ad impegnare e a sacrificare la propria vita per questa

rivalsa.


L'odio è soprattutto un sentimento infantile.


È un amore deluso! Ma non sempre la delusione è nostra. Spesso, senza esserne consci,

assumiamo la delusione da qualcun altro, di qualche componente della nostra famiglia.


Molti, ad esempio, odiano a nome della madre perché intendono vendicare un torto che lei ha subito.


Qual è l'immagine interiore che nutre e mantiene vivo questo odio? È l'immagine della madre a cui il bambino che è in noi dice “Per te, mamma, faccio tutto"!


Come possiamo relazionarci con questi soggetti così carichi di odio? Come conquistiamo un

accesso a loro? Come, forse, li riportiamo in sé?


Senza trattarli come dei bambini, benché interiormente lo siano, senza dire nulla, nel

profondo “inviamo amore” alla loro madre e “guardiamo” con amore l'immagine che loro

hanno di questa madre.


Conserviamo questa immagine in noi e la rispettiamo.


In questo modo, senza più offrire il fianco al loro odio, siamo al di fuori di qualsiasi presa di

posizione.


“Interiormente” abbiamo pacificato qualcosa, con rispetto.


Che cosa avviene, quindi, dentro di noi? L'immagine della madre, di questa madre, per cui i figli lottano così rabbiosi, “ci guarda” gentilmente e, attraverso di noi guarda gentilmente

anche i suoi figli.


In questo modo l'odio ci mostra anche il suo secondo volto, un volto dell'amore.


Possiamo allora guardare anche nostra madre con uno sguardo diverso, con uno sguardo

d'amore, indipendentemente dalle nostre eventuali delusioni.


Maria Teresa Di Francesco

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